La popolazione dei cinghiali è fuori controllo: i danni provocati all’agricoltura e i pericoli per automobilisti, ciclisti e semplici pedoni non possono più essere ignorati o sottovalutati.
Per dare concretezza e peso al problema, numeri alla mano, la Cia Agricoltori Italiani di Asti lancia la campagna #quidannicinghiali.
Il primo passo è la distribuzione gratuita di cartelli agli agricoltori o conduttori di terreni che hanno visto andare in fumo il loro investimento in sementi, intere giornate di lavoro e il raccolto atteso a causa delle scorribande di cinghiali. Un fenomeno che rischia quotidianamente di mettere a repentaglio anche la sicurezza stradale.
L’iniziativa è stata presentata il 14 maggio alle porte di Asti, nel campo di Paolo Monticone, socio Cia che ha assistito alle scorribande degli animali nel suo terreno, a due passi dalla tangenziale. A testimoniare la gravità del problema sono stati il presidente regionale Gabriele Carenini, il presidente provinciale Alessandro Durando, il vice presidente Ivano Andreos, il direttore Marco Pippione e il responsabile del Sportello per la Sicurezza Alimentare e la Legalità di Cia Asti Biagio Fabrizio Carillo, già comandante dei Nas di Asti e Alessandria. E’ intervenuta anche l’agente Unipol Sai Mara Repetti che ha sottolineato la duplicazione delle denunce per danni da cinghiali nell’ultimo anno. L’appello corale è stato questo: “Gli agricoltori chiedono alle istituzioni di intervenire per risolvere definitivamente il problema. Non vogliono sussidi né le elemosine dei rimborsi che ristorano in parte minima i danni subiti. Non spetta agli agricoltori dire qual è la soluzione, la fauna selvatica è proprietà dello Stato ed è lo Stato che deve intervenire. Se ci sono furti nelle case lo Stato non obbliga il cittadino a mettere le inferiate alle finestre, interviene per arrestare i ladri. La razzia delle sementi da parte dei cinghiali è un furto e come tale va affrontata”.