Le aree interne e svantaggiate d’Italia potrebbero diventare “zone franche” con fiscalità agevolata soprattutto per le attività economiche e produttive. Questa la ricetta di Cia-Agricoltori Italiani per rilanciare i territori marginali e fermarne il progressivo abbandono. Ad accompagnarla una proposta che verrà formulata al Governo prossimamente. È quanto ha annunciato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, davanti al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
“Basta chiacchiere, servono interventi di carattere tecnico e non politico -ha chiarito Fini nella sua relazione-. Le aree rurali e marginali del Paese non possono più aspettare, nessuno lo sa meglio dell’agricoltura che in questi territori, tra produzione e attività connesse, rappresenta fino all’80% dell’economia locale e spesso sopperisce anche ai servizi per la comunità”.
Per Cia, il nodo è sulle difficoltà ormai croniche che la crisi climatica e gli eventi catastrofali non hanno fatto altro che amplificare, soprattutto nelle aree interne e di montagna. “Siccità estrema al Sud e alluvioni devastanti al Nord, i tragici terremoti degli ultimi 15 anni, fino agli ultimi shock geopolitici ed economici mondiali -ha aggiunto Fini- hanno fatto in assoluto più danni lì dove erano già pesanti i problemi delle infrastrutture e dei servizi, dove non si è lavorato per ammodernare o per innescare margini di innovazione, rendendo quasi impossibile fare impresa e incentivare le nuove generazioni a restare”.
Dunque, la misura pensata da Cia potrebbe riguardare l’acquisto e la ristrutturazione di case a tassi agevolati, trattenute minime su pensioni e buste paga, tariffe agevolate sui servizi, tipo luce e gas, ma anche mense scolastiche e alcune visite specialistiche a carico dello Stato. E, soprattutto, bisognerebbe creare le condizioni per aprire aziende a costo zero.
“Dalla Liguria alla Basilicata, c’è una questione strutturale che riguarda l’entroterra e non è più accettabile nel 2024 -ha proseguito Fini- e che nelle regioni meridionali arriva a compromettere oggi anche la sussistenza”. Al Sud, infatti, si registrano le percentuali più alte di persone a rischio povertà ed esclusione sociale d’Europa: in testa la Campania con il 46,3% e la Calabria con il 42,8%.
“Con la manovra già scritta -ha concluso Fini- auspichiamo un impegno di misure e risorse già a partire dall’anno prossimo, che taglino drasticamente il carico fiscale sulle aree interne, agevolando imprese e famiglie agricole. Questo resta per Cia un pilastro cardine su cui rimettere in piedi il Paese, insieme a una più equa redistribuzione del reddito agricolo lungo la filiera e una gestione nuova e più efficiente delle risorse idriche rispetto ai cambiamenti climatici”.